lunedì 25 luglio 2011

E' arrivato!

Cosa? Vi domanderete voi...
Beh mio marito voleva che io lo prendessi già da qualche anno... ma visti i miei problemi con l'alimentazione fino a qualche mese fa non mi pareva proprio il caso. Ma lui a volte è più testardo di me e come una goccia ha continuato ad insistere sullo stesso argomento finché non mi ha convinta... ed io ho convinto anche altre persone!
Adesso sono eccitatissima e non vedo l'ora di sfruttarlo per preparare di TUTTO, ma proprio tutto!
Ops... ma non vi ho ancora detto di cosa si tratta... Siete pronti??? Il BIMBY!!!!!
Ebbene sì... l'ho preso, mi sono convinta e adesso è lì sul ripiano della mia bella cucina... che aspetta solo di mostrarmi quante cose possiamo fare assieme... quanta strada percorreremo... quanti esperimenti potremo improvvisare.... 
Ovviamente ringrazio il marito che ha insistito e la mia cara amica Laura che ha fatto con me la dimostrazione (e l'ha comprato pure lei... assieme a mia zia!)... non vi dico che argomenti ha usato il marito per convincermi (è presto ancora...) ma alla fine ha vinto lui!
Vi chiederete come mai tanta reticenza... beh ecco... io ho imparato a cucinare attraverso mia nonna e di certo lei il bimby non lo userebbe: sostiene infatti che la tecnologia è nemica della buona cucina (vi dico solo che per fare la sua superba e segretissima salsa verde da accompagnare ai bolliti misti il giorno di Natale, lei tagliuzza finemente tutti gli ingredienti a mano...)... quindi capite che nella mia testa un robot che fa tutto è come dire mangiamo pastiglie al gusto di cibo come gli astronauti!
Ma la dimostrazione a cui ho partecipato mi ha fatto decisamente cambiare idea... ho mangiato cose buone, genuine... e ho pensato che un aiutino (soprattutto in termini di "tempo") mi avrebbe proprio fatto comodo... così adesso il bimby c'è... e ho promesso al marito di usarlo, sfruttarlo e farne un aiuto-cuoco insostituibile (il capo chef rimango io, sia chiaro!). Insomma sarà come essere nella cucina di un ristorante: io dirigo ed il bimby esegue!
Così da oggi nel blog ci sarà una sezione in più... dedicata alle ricette che farò col bimby, rigorosamente senza glutine! Ma non mancheranno anche quelle "senza" il bimby... perché certe cose continuerò a farle a modo mio e senza alcun aiutino (soprattutto se l'origine è il ricettario segreto della nonna!).





venerdì 22 luglio 2011

Insalata di riso

Una cosa è certa: in estate le insalate sono d'obbligo! Fresche, leggere, poco impegnative (questo lo sostiene il marito che le mangia ma non le prepara!) e perché no "svuota" frigo.
Una delle più classiche insalate è sicuramente quella di riso, di cui ne esistono milioni di versioni: sfido chiunque a dire che ne ha assaggiate diverse e ne ha trovate almeno due con lo stesso sapore: impossibile!
Non vi nascondo che spesso e volentieri utilizzo i vasetti già pronti di condimento per insalate di riso (o pasta) con aggiunta personale di ingredienti ma devo ammettere che il retro gusto che lasciano non mi fa impazzire e così quando ho un pochino di tempo (e voglia!) preparo gli ingredienti ad uno ad uno... ed è tutta un'altra cosa!


Ingredienti (per questa in particolare!):
3/4 cucchiai di riso per insalate a persona;
1 peperone rosso;
carciofini sott'olio;
funghi sott'olio;
capperi (lavati per eliminare il sale);
olive verdi denocciolate;
tonno sott'olio;
pomodorini pachini:;
formaggio a pezzetti (tipo galbanino, emmenthal, scamorza, etc...)
qualche fogliolina di basilico:;
prosciutto cotto a cubetti.

Procedimento:
Lessare il riso (io lo lascio un pochino al dente), scolarlo, passarlo sotto l'acqua fredda per qualche istante e lasciare raffreddare aggiungendo un paio di cucchiai di olio di oliva in modo tale che i chicchi non si attacchino ma rimangano ben sgranati.
Nel frattempo tagliare a pezzettini tutti gli ingredienti e quando il riso sarà ben freddo mescolare tutto assieme.
Servire fredda. 

Nota: mio marito a volte ci aggiunge un cucchiaio di maionese...

lunedì 18 luglio 2011

Comunicazione urgente: cambio indirizzo del blog!

Buon inizio di settimana a tutti!!!! Mi auguro che voi abbiate passato un bel week end! Il mio è stato molto rilassante e piacevole: quasi un peccato venire al lavoro questa mattina! Ma mi consolo del fatto che mancano solo 20 giorni alle tanto sognate ferie!
Il post di oggi non è dedicato ad una ricetta ma vorrei dare una comunicazione "di servizio" urgente a tutti gli amici e a tutte le amiche che mi seguono: DA OGGI HO MODIFICATO L'INDIRIZZO DEL BLOG! Per alcuni problemi tecnici sopraggiunti nei giorni scorsi ho deciso di apportare questa modifica e pertanto da ora in avanti per potermi seguire l'indirizzo è:

Vi prego quindi di modificare il contatto per poter continuare a seguirmi proprio come fate ora. Chi nel proprio blog mi ha inserita tra i blog preferiti che segue deve modificare il link del blog... Chi avesse pubblicato qualche pagina del mio blog nei propri post (per citarmi, per un contest, etc...) dovrebbe cortesemente modificare il contatto. Basterà semplicemente sostituire il pezzettino di link "dadagennasi" in "dadaunacelicapercaso", lasciando tutto il resto invariato. 
Grazie di cuore a tutti voi per la collaborazione!

PS: traslocare un blog non è come dirlo... se vedete che qualcosa non va, ditemelo pure... così correggo!

martedì 12 luglio 2011

No-knead bread senza glutine

Eh già... ci son caduta anch'io, e più di una volta, nella realizzazione di questo pane meraviglioso sia per la semplicità della preparazione sia per l'ottimo risultato che si ottiene anche con le farine prive di glutine. 
Chi ama panificare avrà sicuramente provato almeno una volta questa tecnica e sono certa che converrà con me nell'affermare che il pane che si ottiene è davvero a livello di quello che si può acquistare nei migliori forni.
Felix e Cappera di "un cuore di farina senza glutine" ne forniscono almeno tre versioni nel loro blog, tutte realizzate rigorosamente con farine prive di glutine, e in questi mesi di visite qua e là nei diversi blog che seguo ho trovato spesso e volentieri questo bel pane...
Per una volta però ho voluto fare qualche ricerca più approfondita per capire da dove traesse le sue origini questo procedimento, pensando che fosse una qualche tradizione antica riscoperta casualmente in questo periodo in cui c'è un ritorno agli antichi sapori fatti in casa... Non è andata proprio così: l'idea infatti è di un tale Jim Lahey, della Sullivan Street Bakery di Manhattan a New York. Inizialmente l'informazione mi ha lasciata un tantino sconcertata: "ma come - mi sono detta - questo pane stupendo che tanto ricorda le nostre regioni ha origine a New York?"
Essendo come San Tommaso, mi sono informata meglio e dal sito ufficiale della Sullivan Street Bakery ho scoperto che Jim Lahey, il proprietario di questa Bakery sita nel cuore di Manhattan, avrebbe voluto dedicare la sua vita a fare lo scultore e proprio per questo motivo si è trasferito in Italia dove ha scoperto l'arte della panificazione. Ecco quindi che Lahey ispirato dai panettieri della Toscana e di Roma, è tornato a New York deciso a far sì che il pane "contadino" della campagna italiana trovasse casa in America.
A giudicare dalle numerosissime recensioni pubblicate dai più autoevoli quotidiani e riviste direi proprio che Jim è riuscito nel suo intento! Anche se le vere origini di questa tecnica sono di casa nostra (lo dicevo io!)
Ma torniamo alla tecnica del pane senza impasto (questa la traduzione di no-knead bread). L'idea di base è alquanto semplice: pane che si fa con pochissimo lievito (ma con più acqua) e che non si impasta! La lunga fermentazione di un impasto cosi' umido fa sì che le molecole di glutine si allineino per formare la maglia glutinica, senza la necessità di impastare. Il risultato e' un pane leggerissimo, profumato e con un alveolatura spettacolare: il tutto senza nessuna fatica!Questo induce a pensare che con le farine gluten free il risultiato non sia altrettanto spettacolare: niente di più falso! Posso garantire che la tecnica funziona perfettamente anche senza glutine!


Ingredienti:
450 gr. del mio mix per lievitati (180 gr. di Mix B Schar; 180 gr. Mix it! DS; 90 gr. LP Farmo)
400 mL di acqua;
6 gr. lievito di birra secco;
sale.

Procedimento:
In una terrina sciogliere il lievito di birra secco nell'acqua tiepida (circa 25°C). Aggiungere la farina a pioggia lentamente e mescolare per combinare tutti gli ingredienti, mettendo il sale solo alla fine: si otterrà un impasto molliccio e appiccicoso.
Coprire il contenitore con la pellicola trasparente e lasciare lievitare per 12-18 in un ambiente buio e "tiepido".
Al termine di questo tempo, rovesciare l'impasto su un piano ben infarinato (l'ideale è mescolare della farina di mais sottile con la mix it! DS) e con l'aiuto di una spatola ripiegarlo su se stesso un paio di volte. Con le mani infarinate dare rapidamente la forma di una palla e poi lasciarlo riposare circa 15 minuti coprendo con la ciotola capovolta. 
Infarinare abbondantemente, aggiungendo se vi piaccioni emi vari (tipo papavero, girasole, sesamo...), un canovaccio di cotone. Posarvi la palla di impasto con la chiusura sotto. Lasciar lievitare altre 2 ore.
Mezz'ora (anche quaranta minuti) prima che sia terminata la lievitazione, accendere il forno a 250°C e mettere dentro una grossa pentola (28-30 cm di diametro) che abbia il coperchio (può essere di ghisa, terracotta, pyrex o smaltata) affinche' si riscaldi molto bene.
Quando l'impasto e' pronto, togliere la pentola dal forno (fare attenzione a non bruciarsi!), infilare le mani sotto il canovaccio e rovesciare l'ìmpasto nella casseruola con la chiusura sopra, coprire e rimettere subito in forno. Dopo circa mezz'ora togliere il coperchio e proseguire la cottura per altri 15 minuit circa (finche' la superficie non è ben dorata). Far raffreddare su una gratella.





giovedì 7 luglio 2011

Pollo "Mexico e Nuvole"

"...Mexico e nuvole il tempo passa sull'America
il vento suona la sua armonica,
che voglia di piangere ho
Mexico e nuvole la faccia triste dell'America
il vento insiste con l'armonica,
che voglia di piangere ho..."

La cucina messicana, che noi in famiglia amiamo moltissimo, è famosa per i suoi gusti intensi e vari, decorazioni colorate e la gran varietà di spezie. La gastronomia messicana, se si guarda ai sapori e agli ingredienti, è una delle più ricche del mondo in proteine, vitamine e minerali.
Quando i conquistadores spagnoli raggiunsero Tenochtitlan (l'antica città su cui sorge ora Città del Messico), scoprirono che la dieta indigena consisteva principalmente di piatti basati su mais, conditi con peperoncini ed erbe e in genere accompagnati da fagioli e zucca. Nel tempo i conquistadores combinarono la propria dieta composta da riso, manzo, maiale, pollo, vino, aglio e cipolle con il cibo indigeno del Messico pre-Colombiano (che includeva cacao, pannocchie, pomodori, vaniglia, avocado, papaia, ananas, peperoncino, fagioli, zucca, patate dolci, arachidi e tacchino). Il totopo (una "tortilla" di mais salata cotta in forno a legna) potrebbe essere un risultato di questo connubio.
Gran parte del cibo messicano odierno è basato su tradizioni pre-ispaniche, comprese quelle azteche e maya, combinate con lo stile culinario introdotto dai coloni spagnoli. Le Quesadillas, per esempio, sono "tortilla" di farina o mais con formaggio (tipicamente un formaggio messicano morbido come il Queso Blanco), manzo, pollo, maiale e altro ancora; l'eredità indigena di quest'ultimo, come di molti altri piatti tipici, è il peperoncino (chili). Piatti come questi sono tipicamente molto colorati grazie alla ricca varietà di verdure (tra cui i peperoncini, i peperoni verdi, broccoli, cavolfiori e ravanelli) e di carni nel cibo messicano. Anche la cucina caraibica ha influenzato alcuni piatti Messicani, in particolar modo alcuni piatti regionali di Veracruz e dello Yucatàn. Infine l'occupazione francese ha a sua volta contribuito in qualche misura a formare la cucina attuale messicana.
I cibi messicani cambiano da regione a regione a causa delle differenze climatiche, geografiche, etniche e, non ultimo, a seconda della maggiore o minore influenza ispanica. La zona settentrionale del Messico è nota per la produzione di manzo e di conseguenza si distingue per le pietanze basate su queste carni. La zona meridionale, d'altra parte, è conosciuta per i piatti con verdure piccanti e pollo. I prodotti del mare vengono preparati in un modo chiamato "stile Veracruz".
Va distinta l'autentica cucina Messicana dalle Cal-Mex (di origine Californiana), Tex mex (di origine Texana) e da quella tipica dello stato USA del Nuovo Messico, che è diventata la più famosa, come i burritos. [cit. da Wikipedia: http://it.wikipedia.org]

Ingredienti:
400 gr. di petto di pollo;
vino bianco;
mix di spezie Messicane (io utilizzo il CHILI MEXICO della Cannamela);
peperoncini rossi freschi;
2 peperoni (verde e giallo);
fagioli rossi in scatola.
olio di mais;
concentrato di pomodoro.
sale.

Procedimento:
Come prima cosa tagliare a striscioline sottili il petto di pollo e i peperoni. Mettere tutto a marinare per almeno 4 ore (ma anche di più se avete tempo: io spesso preparo tutto il giorno prima e lascio marinare anche 24 ore) con il mix di spezie e il vino (va benissmo anche la birra, se preferite).
Trascorso il tempo della marinatura, scaldare in una wok l'olio di mais, metterci i peperoncini rossi tagliati finemente e il pollo con i peperoni tenendo a parte il liquido della marinatura. Cuocere per circa 10 minuti a fiamma viva rigirando spesso perchè non si attacchi. Abbassare la fiamma, aggiungere un mestolo di marinatura, un cucchiaio di concentrato di pomodoro e lasciare cuocere per circa  1 ora (anche 1 ora e mezza), aggiustando di sale.
Se durante la cottura il pollo si dovesse asciugare troppo aggiungere poco alla volta del liquido di marinatura. Circa 10/15 minuti prima del termine di cottura aggiungere i fagioli rossi ben sgocciolati e lavati.


Servire con tortilla di mais (io le ho trovate senza glutine in un negozio vicino a casa, ma si possono tranquillamente preparare... posterò preso la ricetta) e formaggio a fette (tipo sottilette, camoscio d'oro, emmenthal...).


martedì 5 luglio 2011

One Lovely Blog Award

Un premio per il mio blog. Un riconoscimento per la mia creatura che curo quasi fosse un figlio. Non parlo di un set di padelle o di formine in silicone per una creazione culinaria... no, no! Parlo di altro. Parlo di una gratificazione personale donatami da una persona che legge la mia vita attraverso dei post che non sono solo ricette di cucina ma parlano di me, di quella che sono e di ciò che faccio...
Il mio blog è nato più di un anno fa ma non l'ho curato e fatto crescere nel modo giusto all'inizio e così è stato riposto per un po' in un armadio a prendere polvere. Finché una mattina spinta dalla voglia di creare quei legami veri, nonostante di natura "eterea", che leggevo negli altri blog ho riaperto i battenti e mi sono lasciata travolgere da questo mondo di ingredienti e di episodi. E ho conosciuto persone vere che come me si raccontano ogni giorno e si lasciano avvicinare facendoti entrare nella loro cucina che diventa così un vero e proprio luogo di aggregazione seppur virtuale. Mi vengono in mente i tanti film visti dove le amiche a turno si incontrano le une a casa delle altre e si scambiano consigli, confidenze, ricette davanti magari ad un buon caffè o tè accompagnato da una bella fetta di torta al cioccolato: noi blogger facciamo un po' la stessa cosa ma con metodi adeguati ai nostri tempi! Ecco allora che ti emozioni quando scopri che una blogger aspetta un bebè, o ti arrabbi quando leggi che ad un figlio di un'altra blogger è successo qualcosa a scuola, o mandi un abbraccio virtuale ad una blogger che scopre di avere la figlia celiaca... insomma stare davanti al monitor e "navigare" tra le pagine dei nostri blog è il nostro modo di sederci davanti al bancone della cucina e fare delle chiacchiere!


Il premio "One Lovely Blog Award" che ho ricevuto oggi da il cucchiaio magico è un riconoscimento da donare col cuore ai blog che particolarmente ci piacciono, ci coinvolgono, ci fanno sentire a casa e che leggiamo con maggiore frequenza rispetto ad altri. Lo scopo di questo premio è di far sapere alle altre blogger che apprezziamo il loro impegno e la loro dedizione e di far quindi conoscere anche ad altri il loro "lavoro".
Ovviamente esiste un regolamento...

- linkare il blog che ti ha assegnato il premio (nel mio caso: ilcucchiaiomagico);
- raccontare sette cose di te:
  1. precisina;
  2. testarda (moltissimo);
  3. facilmente "infiammabile";
  4. leale;
  5. sincera (sempre e a volte anche troppo!);
  6. super-attiva (non mi spengo mai...);
  7. impaziente!
- assegnare il premio a 15 blog comunicandolo loro.
E qui viene la parte difficile... come si fa a scegliere??? Ogni blog che seguo mi piace! Ogni blogger ha qualcosa in cui mi ritrovo... ad ogni modo una scelta va fatta e così... eccola qua! Rigorosamente in ordine alfabetico e scelti tutti per mille ragioni diverse...
Spero che nessuno ci rimanga male se non si trova nell'elenco: vi assicuro che avrei messo 150 blog, altro che 15!
  1. Ai fornelli con la celiachia
  2. Cardamomo & Co.
  3. Il goloso mondo di Minu'
  4. In cucina senza glutine
  5. La celiaca pasticciona
  6. La gaia celiaca
  7. Le ricette dell'amore vero
  8. Le ricette di tina
  9. Mamma papera's blog
  10. Mangiami... senza glutine!
  11. Marcella in cucina
  12. Senza glutine per tutti i gusti
  13. Spunti e spuntini senza glutine
  14. Tra pensieri e ricette
  15. Un cuore di farina senza glutine
Un grazie a tutti per le numerose visite e un abbraccio di cuore!

lunedì 4 luglio 2011

Hamburger di tacchino al forno

Cosa si può fare con 4 pallidi e poco saporiti hamburger di tacchino che la moglie (cioè io) ha comperato per errore una volta tanto che fa la spesa? Mah... 
Ho guardato queste svizzere (si perché diciamocelo chiaro e tondo: gli hamburger sono le svizzere nostrane!) per un pochino... affranta e sconsolata (che cavolo credevo che fossero quando le ho prese dal banco della carne al supermercato??!!!) e non riuscivo a immaginarmi una cena decente... Ho pensato: "va beh che il marito mangia tutto e non si lamenta mai ma le svizzere da ospedale mi pare davvero eccessivo"!
Poi improvvisamente la vocina acuta della Parodi mi è rimbalzata nella testa e mi si è accesa una lampadina: impaniamo e cuociamo al forno...!!!! Siiiii!!!! Evvai!!!!! 
E così è venuto fuori questo esperimento che ci è piaciuto molto...


Ingredienti:
4 svizzere di tacchino;
pan grattato senza glutine;
farina di mais senza glutine;
2 uova;
parmigiano reggiano;
sale e pepe.

Procedimento:
Sbattere le uova con un pizzico di sale e pepe. Cospargere su un vassoio la farina di mais, il pan grattato ed il parmigiano reggiano grattugiato ben mescolati assieme (volendo potete aggiungere un pochino di prezzemolo tritato), salare e pepare il composto.
Passare ogni svizzera prima nell'uovo e poi nel mix di pane/farina. Eliminare l'eccesso e ripetere l'impanatura una seconda volta. Adagiare le svizzere impanate sulla leccarda del forno coperta con carta.
Cuocere in forno caldo (almeno 220°C) per circa 30 minuti, girando le svizzere a metà cottura. Controllare che la panatura sia croccante e non troppo "morbida".
Servire calde.